N. 82 Vittorio Fava
da 20,00 €
- Poster prodotto in Italia con stampa Giclée in alta qualità a 10 colori
- Carta Fine Art Innova in alphacellulosa da 210 gr, certificata ISO 9706
- Timbrato a secco “The Ferrareser”
- Cornice non inclusa
N.B. I poster vengono stampati ogni settimana in base agli ordini ricevuti e non sono disponibili in pronta consegna. Dopo l’ordine attendi conferma via mail per il ritiro di persona, oppure scegli la spedizione con corriere espresso in tutta Italia.
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Illustrazione di Vittorio Fava @toyo_201
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Vittorio “Toyo” Fava nasce a Ferrara nel 1974 dove vive e lavora; architetto e disegnatore, ama tutte le forme d’arte e la musica è la sua compagna privilegiata di vita. Interessato al dettaglio, al particolare, all’odore del materiale. Adora la Metafisica, la sua purezza (come il cool di Miles Davis) ma anche il disordine e l’allegria di un Carnaval in Bahia. I paradossi di Tarantino e il gioco degli scacchi, sempre presente nei pomeriggi festivi tra uno spritz e una cerveza. La palla a spicchi e la magica Spal, Rino Gaetano, la lampada Toyo, la fejoada e la voce della mia Dany, Bob Marley e Le courbusier, la mia Bmw GS, le patate al forno, l’erba medica, il legno, gli occhi, il sesso, la stima e il rispetto, il profumo, la bomba da tre, il vetro, l’acciaio e la spiaggia di Salvador, il minimalismo, il Funky, Mina e Elsa Soarez, minha Bia e ancora vida por favor.
Descrizione
Ferrara, culla del Rinascimento e cinquecento anni dopo del Moplen, nome esotico d’antan, usato dalla Montecatini per commercializzare il polipropilene. Una plastica scoperta e sviluppata proprio nel capoluogo estense dall’ingegnere e chimico italiano Giulio Natta negli anni ’50 e che gli valse il Nobel per la Chimica nel 1963. Estremamente versatile per numerosi impieghi industriali e domestici, il moplen è il simbolo del boom economico e delle nostre case invase dalla plastica. Lo diceva pure Gino Bramieri in un noto Carosello: ma signora, guardi ben che sia fatto di Moplen! Così al posto della Ferrara turrita medievale iniziarono a spuntare altissime ciminiere a margine della città: l’arte che cede il posto alla chimica, al progresso, al lavoro. A luci, tubature e fumi spaventosi diventati nel tempo una città nella città. Tra nebbia e zanzare, umidità e l’inquinamento dell’Emilia produttiva che rimane a mezz’aria entrandoci maledetto nei polmoni, a volte ci svegliamo in una città più grigia del solito.
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