N. 83 Aggeo Caccia

da 20,00 

  • Poster prodotto in Italia con stampa Giclée in alta qualità a 10 colori
  • Carta Fine Art Innova in alphacellulosa da 210 gr, certificata ISO 9706
  • Timbrato a secco “The Ferrareser”
  • Cornice non inclusa

N.B. I poster vengono stampati ogni settimana in base agli ordini ricevuti e non sono disponibili in pronta consegna. Dopo l’ordine attendi conferma via mail per il ritiro di persona, oppure scegli la spedizione con corriere espresso in tutta Italia.


Illustrazione di Aggeo Caccia @aggeo.caccia_watercolors

Fin da bambino ho manifestato attitudine per il disegno a mano libera che ho coltivato nel periodo di studi tra Ferrara e Venezia. La passione per l’antropologia mi ha portato negli anni a dedicarmi alla narrazione illustrata, andando oltre la progettazione dello spazio del vivere. Mi sono poi dedicato al fumetto e all’illustrazione fantasy, partecipando a numerose mostre, nel 2006 ho realizzato il ripristino delle pitture murali dello storico Palazzo Fabris a Pieve di Cadore. Curo, con mia moglie ed artista Claudia Panniello, l’Atelier Sagramoro, con continue ricerche nelle arti applicate e collaborazioni nell’alta moda e nel design anche all’estero. Attualmente mi dedico ad una nuova collezione di acquerelli per l’edizione di stampe d’autore.

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Descrizione

A sud della città, tra via Ripagrande e Piangipane, sorge ancora oggi Vicolo del Chiozzino, un luogo intriso di mistero e leggende. Protagonista di questa storia è Bartolomeo Chiozzi, ingegnere idraulico e astrologo vissuto a Ferrara nel XVII secolo: la sua maestria nel governare le acque gli conferiva un’aura sovrannaturale, e molti lo guardavano con sospetto. Attorno al suo nome circolavano voci sinistre e si diceva che avesse scoperto, nelle cantine del suo palazzo, un antico tomo di formule magiche con cui strinse un patto col diavolo in cambio di fama e ricchezze.
Accanto a lui si vedeva spesso un personaggio inquietante: Magrino, fedele servitore e consigliere, accompagnato da un corteo di animali minacciosi, tra cui un cane gigantesco, un gatto nero, un gallo grigio, uno scarafaggio e dei corvi. Nell’agosto del 1717, Bartolomeo, deciso a rompere il patto infernale, si rifugiò nella chiesa di San Domenico, dove un frate domenicano riuscì a liberarlo con un esorcismo. Magrino, furioso per il gesto, tentò invano di entrare nella chiesa, trasformandosi in una creatura mostruosa. Con un potente calcio lasciò l’impronta del suo zoccolo sulla colonna della porta, una “Zampata del Diavolo”, ancora oggi visibile. Magrino fu confinato nelle foreste di Barco, dove le sue urla terrorizzarono i viandanti per anni, alimentando il mito dell’Urlone del Barco…

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