N. 85 Nadia Lafrizi
da 20,00 €
- Poster prodotto in Italia con stampa Giclée in alta qualità a 10 colori
- Carta Fine Art Innova in alphacellulosa da 210 gr, certificata ISO 9706
- Timbrato a secco “The Ferrareser”
- Cornice non inclusa
N.B. I poster vengono stampati ogni settimana in base agli ordini ricevuti e non sono disponibili in pronta consegna. Dopo l’ordine attendi conferma via mail per il ritiro di persona, oppure scegli la spedizione con corriere espresso in tutta Italia.
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Illustrazione di Nadia Lafrizi @nadialafrizi
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Nata a Ferrara nel 1996. In dirittura d’arrivo per la conclusione degli studi, al Biennio di Illustrazione per l’editoria, presso l’Accademia di Belle Arti di Bologna, comunque sempre con molta calma!
In cantiere progettini, autoproduzioni e collaborazioni tra la nebbia di Ferrara, ma anche oltre.
Pasticcia tra artigianato e illustrazione dal 2015, rincorre i gatti e annaffia le sue piante da molto più tempo.
Descrizione
A Ferrara, proprio nel cuore del castrum bizantino, tra via Porta San Pietro e via Spilimbecco, c’è un’antica chiesa del tutto unica in Italia per l’uso che ne è stato fatto. Risale a poco prima dell’anno Mille ed era uno dei primi luoghi di culto cittadini, dedicato ai santi Pietro e Paolo, soppresso poi con l’arrivo di Napoleone ai primi del XIX secolo. Ma al suo interno negli ultimi quarant’anni e fino alla chiusura definitiva nel 2021, ha ospitato il più noto e chiacchierato cinema a luci rosse in città, il Mignon. Sacro e profano insieme, vetrate antiche e vetrinette con il film del giorno, tra stelline gialle e avvisi rossi. E una scritta blu verticale che ha attirato generazioni di sguardi fugaci dei passanti, alcuni dei quali hanno varcato quelle porte con la massima discrezione, cercando di passare inosservati.
Il Mignon ha intrattenuto il pubblico in larga parte maschile con proiezioni giornaliere di film in catalogo da decenni: sempre gli stessi, con quei nomi scandalosi e fantasiosi, pieni di doppi sensi, intramontabili e richiesti persino con l’avvento del digitale. Il Mignon è stato un luogo libero e libertino per tanti, non solo sala buia dove trascorrere del tempo in piacevoli trastulli. Un rifugio contro la solitudine, la diversità, la tristezza, la monotonia del lento scorrere del tempo in provincia. C’è chi lo ha vissuto in cerca di evasione, chi di emozione, chi di libertà e chi in fondo di sé stesso.
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