N. 88 Paolo Bevilacqua

da 20,00 

  • Poster prodotto in Italia con stampa Giclée in alta qualità a 10 colori
  • Carta Fine Art Innova in alphacellulosa da 210 gr, certificata ISO 9706
  • Timbrato a secco “The Ferrareser”
  • Cornice non inclusa

N.B. I poster vengono stampati ogni settimana in base agli ordini ricevuti e non sono disponibili in pronta consegna. Dopo l’ordine attendi conferma via mail per il ritiro di persona, oppure scegli la spedizione con corriere espresso in tutta Italia.

Illustrazione di Paolo Bevilacqua @monkeyfriday

Paolo Bevilacqua, 1976 (ma non li dimostra), ferrarese, una laurea in filologia romanza. Curioso di visivo e di contemporaneo, gli capita di diventare art director in agenzia di comunicazione nella quale si occupa di linguaggi digitali.
Illustratore appassionato, sono suoi i personaggi degli illustri ferraresi che si incontrano ancora in qualche angolo della città. Una predilezione per le illustrazioni vettoriali e le simmetrie, per i cani, per l’estetica del cinema asiatico e la montagna, in estate e in inverno. Le sue rappresentazioni sono un’analisi, del tutto personale, dell’attualità e di quello che ci circonda.

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Descrizione

Per tutti era “la Nuta”, al secolo Nuta Ascoli, anima della piccola gastronomia kasher in via Mazzini a Ferrara. Figlia di Lodadio – che meraviglia i nomi di un tempo! – proseguiva la tradizione di famiglia con le sue celebri buricche e il caviale del Po, cioè uova di storione, specialità richiesta anche all’estero. La sua piccola bottega, un rifugio di sapori ebraici, era il cuore pulsante di una comunità, con ricette che risalivano al Cinquecento, frutto della diaspora sefardita. La storia del caviale del Po si intreccia infatti con la sapienza ebraica che ha sfidato i secoli: la ricetta di Nuta era forse quella del cinquecentesco cuoco di corte Cristoforo da Messisbugo e lei, con la stessa maestria, produceva quintali di caviale custodendo il segreto della sua preparazione, e lo spediva in giro per il mondo. La ricetta venne poi per fortuna scoperta e tramandata, preservando così una tradizione unica. E Bassani, affascinato dalla sua figura, la celebrò nel Giardino dei Finzi-Contini sotto il nome di Betsabea da Fano, immortalandone l’eredità culinaria. Così questa energica e attenta donna è diventata punto di riferimento della cultura ferrarese, lasciando un’impronta indelebile nella memoria collettiva della città.

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