N. 95 Marta Besantini

da 20,00 

  • Poster prodotto in Italia con stampa Giclée in alta qualità a 10 colori
  • Carta Fine Art Innova in alphacellulosa da 210 gr, certificata ISO 9706
  • Timbrato a secco “The Ferrareser”
  • Cornice non inclusa

N.B. I poster vengono stampati ogni settimana in base agli ordini ricevuti e non sono disponibili in pronta consegna. Dopo l’ordine attendi conferma via mail per il ritiro di persona, oppure scegli la spedizione con corriere espresso in tutta Italia.


Illustrazione di Marta Besantini @marta.besantini

Nata esattamente 82 anni dopo il celebre Escher, oltre ad essere genitrice di tre creature adolescenti italo-belghe tutte più alte del suo metro e mezzo di statura, si occupa di fumetto e illustrazione passando per la grafica, la scenografia e la ceramica. Lavora come artista freelance e atelierista in collaborazione con enti pubblici e associativi, con bambini, ragazzi, portatori di handicap e comunità. Diplomata maestra d’arte, sono l’artigianato artistico e i trampoli a farle girare l’Italia con un cane pastore belga, un anatra di nome Lussy e il futuro padre delle suddette creature. Ha vissuto poi dodici anni in Francia dove si è formata in webdesign e di rientro in Italia alla scuola di fumetto online di Comicout, grazie alla quale ha iniziato subito a lavorare a progetti sul fumetto che le fanno spesso dimenticare che le giornate hanno solo ventiquattro ore.

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Descrizione

Se nasci a Ferrara sai che prima o poi dovrai viaggiare: per studio, per lavoro, per amore. Da ogni città di provincia tendenzialmente si parte verso lidi più grandi e ci si torna con tanta nostalgia della vita lenta e noiosa che ci si è lasciati alle spalle. La stazione dei treni è il palcoscenico perfetto di ogni partenza e ritorno, regno di attese e addii, dove il tempo assume ritmi propri, quasi una seconda piazza scandita dal fischio dei treni e dal rumore di passi veloci. È il luogo dove l’umanità si manifesta in tutta la sua gloria e, a volte, nella sua tragicomica confusione.
I ritardatari cronici, quelli che scattano come velocisti dell’ultimo secondo perché il parcheggio di via del Lavoro era pieno e han girato un’ora in GAD a caccia di un buco, e chi si saluta come in Via col vento: abbracci stretti, mani che salutano da dietro il vetro, mentre il treno scivola via tra qualche lacrima. La vita da pendolare ci porta spesso verso Bologna o Padova tra piccole avventure, ritardi, disagi di cui non si scusano mai abbastanza.

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